Ospite di questa puntata di Solidiamo Insieme, Viviana Biadene, Professional Counselor, nuova figura lavorativa in Italia. Il Professional Counselor è una nuova figura che si occupa di supporto, con mediazione familiare e personale, per aiutare le persone a superare fasi delicate della propria vita.
Abbiamo conosciuto Viviana, che proviene da una esperienza personale e lavorativa molto diversa e che è riuscita a trovare il suo percorso lavorativo preferenziale. Una donna che ha saputo rivalutare se stessa, mettendo a frutto anche le sue capacità. Viviana è anche una brava poetessa e ci ha regalato alcune delle sue composizioni.
Se avete perduto la puntata potete
riascoltarla e non perdete il nostro appuntamento, ogni sabato alle 12.00 su Deliradio in
compagnia di Sissi Corrado.
Foto di gruppo all'incontro con le donne "Rinascenti" e con l'Associazione Genere Femminile...un'esperienza davvero bellissima!
"Osservando le mani vidi che erano uniche, le mie, una storia le aveva passate e quelle mani avevano caratteristiche uniche ed irripetibili e così decisi che le avrei fatte parlare...".
Nasce così l'idea di questo laboratorio creativo esperienziale sulle impronte delle mani (ma anche dei piedi, perchè no?).
Una meditazione che ci accompagna a ripercorrere il valore e la nostra storia ed una promessa di far emergere chi siamo e poi imprimere questa storia nella carta giocando con i colori, toccandoli, "sporcandosi le mani"...
http://www.pontevia.net/non-classificato/assemblea-plenaria-06-ottobre-2014/
Ultimo film di questa rassegna dedicata all'Amore.
Si può dire che questo film racconta più storie contemporaneamente le quali si intrecciano apparentemente a caso, ognuna portando qualcosa all'altra. La storia di Giovanna e Filippo, coppia immersa nelle difficolta quotidiane, Giovanna una donna presa dalla rotolare della vita e da un lavoro che non le piace ma che fa perchè costretta. Giovanna è una donna forte e dallo spirito condottiero metre Filippo vive un pò sotto la sua ombra. Filippo e Giovanna hanno 2 figli: Martina, 9 anni, bambina scaltra e saggia, e Marco di 5 anni. Poi c'è la storia di Davide e Simone amanti clandestini di origine ebrea. Il tragico epilogo della loro storia segnerà l'intera vita di Davide. E poi c'è la storia tra Giovanna e Lorenzo, il vicino di casa che lei osserva dalla "finestra" nell'unico momento della giornata che concede a stessa prima di andare a dormire, Giovanna nel tempo si accorgerà di essersi innamorata di Lorenzo, e...
"La finestra di fronte" è la “storia” che si fa memoria e resta segnata nelle ossa per sempre.
Il film abbraccia 2 epoche (quella di oggi e quella terribile epoca che vide la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio) e più modi di amare (quello
eterosessuale e fedifrago e quello omosessuale entrambi trattati con la stessa intensità/dignità/profondità/delicatezza) e nonostante una narrazione semplice ed un impianto facilmente fruibile e
lineare, il film conserva quel tanto di mistero, di fascino raffinato e nascosto che possono dare allo spettatore l'impressione postuma di non aver compreso tutto e colto tutto, pur raccontando
una storia comune in un tempo comune come quello della vita di ogni giorno, scandita da difficoltà economiche, lavoro che non c'è (o se c'è non piace) e famiglia da gestire.
In questo film oltre alle storie parallele scorrono due scelte, due epoche e la stessa città, Roma. Ancora un grande tributo a questa città, ed ancora uno “straniero” che veste Roma da sposa e ci racconta di Lei e della sua storia infinita, e del suo essere stata, per millenni, glorioso o pietoso palcoscenico di fatti che hanno "segnato la nostra memoria", lasciano un'"impronta nella sua anima".
La metafora della “finestra di fronte” è un concetto “psicologico” già usato nel cinema allo scopo di rappresentare il coraggio di vedere se stessi, la propria esistenza ed umanità da una prospettiva diversa e così scoprire aspetti e valori che altrimenti non si sarebbero potuti vedere (un esempio illustre ne è “La finestra sul cortile” (Rear Window) del 1954, film diretto da Alfred Hitchcock).
“La finestra di fronte” non sembra essere l'invito alla rinuncia di cambiare o all'essere se stessi, ma sembra parlarci del coraggio di compiere una “scelta d'amore consapevole” a valle dell'aver guardato tutto da un'altra prospettiva, dell'aver capito tutto quello che si può, e dell'aver sofferto tutto quello che è necessario soffrire. Una “scelta consapevole” che segna tutto il senso del film, come vedremo, sin dal suo inizio. Il film infatti inizia narrando un fatto tragico avvenuto nella notte del 16 Ottobre 1943, nel quale si consumerà una “scelta”, appunto, dolorosa, estrema che segnerà tutta la vita di chi l'ha sofferta.
Non sarà certo un film facile da vedere, non sarà certo una passeggiata sul lungo lago come la intendiamo noi, sarà invece una passeggiata sul lungo lago in compagnia dell'ombra di Titta di Girolamo. Un nome buffo, banale anche, per un personaggio al contrario, complesso, profondo, enigmatico come il Titta interpretato da Toni Servillo. Anche qui sarò banale, ma non immagino nessun altro attore italiano capace interpretare questo personaggio così bene.
I sentimenti e le emozioni sono come ingabbiati, ed urlano per uscire, per essere vissuti, ci viene a noi di urlare, ma niente, non si può, è tutto stretto e preordinato...poi, però, quando si compie un'azione nuova, dirompente, pericolosa come “sedersi al bancone di un bar” tutto cambia, perché l'amore quando entra nelle nostre vita fa cambiare ogni cosa, anche il modo di vedere la propria esistenza, travolgendola e stravolgendola. Ma attenzione al”Le conseguenze dell'amore”.
Paolo Sorrentino è un regista che si può amare o detestare, ma difficilmente considerare banale mentre Toni Servillo è di certo uno degli attori italiani di maggior talento, inoltre Sofia, la cameriera, interpretata da Olivia Magnani è nipote della grande Anna Magnani, ed in questa rassegna sull'Amore sono onorata di poter proiettare un film con cotanta collaborazione.
Viviana
La storia racconta dell'incontro dei due personaggi che, nei fumetti, vivono numerose avventure.
Nel sottosuolo della città degli orsi si sviluppa il mondo dei topi. Le due civiltà, sostanzialmente simili, si osteggiano e si ignorano a vicenda.
Ernest è un orso solitario che vive in campagna e giunge in città solo per racimolare qualche soldo facendo il suonatore ambulante.
Celestine è una topina orfanella che, nonostante cresca in un ambiente dove gli orsi sono sempre presentati come ostili e cattivi, cresce con l'idea che un'amicizia con loro sia possibile.
Una volta cresciuta, decide di diventare una dentista. L'apprendistato del dentista murino è curioso, poiché il giovane aspirante deve andare nottetempo nella città soprastante e sgraffignare i dentini decidui che gli orsacchiotti pongono sotto il cuscino la notte, convinti dai genitori di un misterioso premio in danaro. Tali canini serviranno per gli anziani roditori.
Una notte Celestine viene scoperta dagli orsi adulti e inseguita a suon di scopa. Purtroppo si imprigiona da sola in un cestino e viene trovata la mattina seguente per puro caso da Ernest, che era in cerca di cibo. Celestine per ringraziarlo, lo fa entrare in un negozio di dolciumi.
È così che, anche in seguito ad altre peripezie, i due diventano amici, ma sono anche inseguiti dalla polizia dei due mondi che (metafora nella metafora) non permette che vi sia amicizia tra loro. Come se la caveranno Ernest e Célestine? Riusciranno a sconfiggere le credenze ed i luoghi comuni? Le diffidenze e le inimicizie?
Ho scelto “Ernest & Célestine” per questa rassegna sull'Amore, anche se questo film d'animazione avrebbe una sua ragion d'essere anche in una rassegna su argomenti come: “F” come “Felicità” oppure “C” come “Coraggio”. Esso è infatti un ponte fra queste 3 dimensioni o attitudini dell'esistenza. La poesia del racconto e la bellezza del disegno rendono questo film un'esperienza d'amore, oltreché di consapevolezza del nostro valore e del nostro innato coraggio, che proprio Célestine ci aiuta a ricordare.
Amore incondizionato, libero arbitrio e scelta individuale sono le attitudini che ci aiuta a ri-scoprire. Il coraggio di vivere queste attitudini ci renderà umani tra gli umani e liberi di essere ciò che siamo a dispetto di chi ci vorrebbe parte di un sistema pre-ordinato. Osare di essere ciò che siamo è la spinta esistenziale che dovrebbe appartenere a tutti, ecco quello che Ernest e Célestine ci invitano a diventare: artisti della nostra vita.
Mercoledì 7 Maggio 2014 vedremo insieme un vecchio film del 1962 dal titolo: "Jules ed Jim" del grande regista François Truffaut. Film tratto dal romanzo di Henri-Pierre Roché.
In allegato trovate la locandina del film, con un breve sunto della storia, qualche commento del pubblico che ho trovato significativo a rappresentare il Pathos del film, e qualche citazione tratta dal film stesso.
Un film di indiscusso valore, dove la capacità poetica di un regista del calibro di François Truffaut ci aiuterà a comprendere quanto l'Amore sia un sentimento complesso ed allo stesso tempo racchiuda in sè il possibile e l'impossibile.
Un intricarsi di passioni, sogni, aspirazioni, credenze declinate all'Amore che mutano la storia dei personaggi, il tutto condito da un colorato sapor di Spagna.
L'amore diviene come in un caleidoscopio, dalle infinite forme e sfumature che si modificano nel rotolare della trama.
Poi c'è l'incontro tratteggiato a tinte quasi surreali tra “il pragmatismo” americano e “emotività/passionalità” europea (ma più marcatamente spagnola mediterranea), che può anche assumere toni forti, ma pur sempre meritevole di essere assaporato “Nulla è scontato, mentre tutto è possibile ma incredibilmente precario”: questo potrebbe essere il leitmotiv del film.
Il film narra della storia d'amore tra Francesca, una casalinga quarantacinquenne di origini italiane, e Robert, un fotografo cinquantaduenne. La storia viene narrata attraverso i diari della donna, lasciati in eredità ai suoi due figli, ai quali decide di raccontare il tradimento compiuto verso il loro padre, affinché la possano conoscere e comprendere intimamente. Francesca e Robert si conoscono in un momento in cui la famiglia di lei è fuori città per alcuni giorni, e tra i due si crea subito una forte alchimia: dopo il primo giorno trascorso insieme, sembra quasi che non riescano a separarsi. Nascerà presto un rapporto intensissimo che durerà però solo quattro giorni. Il quarto giorno Robert le chiede di lasciare tutto ed andare via con lui. Posta dinanzi alla scelta di dover lasciare la propria famiglia e una vita scontata e monotona per rifarsi una vita finalmente appagante con l'uomo che, per la prima volta, aveva saputo esaltarne interiorità e sensualità, lei, con grande tormento, non riesce a slegarsi dalla famiglia e ripiega mestamente sull'esistenza di sempre.
La natura in subbuglio, la luna crescente e un cerchio di donne si incontrano sotto una tenda rossa per dare il benvenuto a questo mese mutevole, “pazzo” e estremamente femminile.
Attingiamo alla bellezza della luna crescente, scrutiamo insieme l’energia della natura che ancora una volta si rinnova, benediciamo le acqu...e che abbondano nella terra e prepariamoci all’arrivo della nuova stagione che si avvicina piena di luce.
Onoriamo la bellezza della nostra intuizione, l’energia della mutevolezza, la potenza della femminilità.
Mettiamo in circolo il nostro essere donne, con leggerezza e passione.
Fra i racconti, condivideremo anche cibi o bevande “a tema” che ciascuna delle partecipanti potrà offrire.
Vi invitiamo a partecipare indossando qualcosa di rosso.
Lo spazio è aperto anche ai bambini più piccoli, fino a 1 anno di età.
Conducono: Irene Bisignano Doula e Viviana Biadene Counselor